Le News sono ora integrate da un notiziario più ampio. Non solo brevi informazioni, ma un qualcosa che si avvicina ad un giornale: notizie, informazioni, commenti, riflessioni, storia, storie, opportunità di studio e di lavoro. Tutti sono invitati a dare il loro contributo per una crescita comune.
Perché NOCOST? NOCOST è un acronimo: NOtiziario del COrso di STudio. Ma NOCOST fa riferimento anche a "No cost campaign", un termine coniato inizialmente da uno studente dell'Università di Stanford, riferendosi ad una campagna politica in cui i candidati corrono senza fondi. Questa si basava sui principi della rete Web 2.0. Oggi questo strumento è sempre più collaudato e fruibile da tutti, ed è per questo che il suo uso può essere di grande aiuto ad una condivisione delle informazioni e delle idee con l'obiettivo di rendere l'ambiente universitario più "amichevole".
Storia
35 anni fa le prime lezioni a Tor Vergata
di Marcello Salmeri
Era il 1982 ed io mi ero appena diplomato alle Scuole Superiori. Come tanti altri miei coetanei ero in procinto di iscrivermi all'Università e stavo valutando quale per me potesse essere la scelta migliore. Avevo sentito parlare di una nuova Università che stava aprendo a Roma. Quella che allora si chiamava semplicemente "II Università di Roma". Non aveva ancora una sede, se non un piccolo ufficio in Via Lucullo al centro di Roma. Vi andai per avere informazioni e, non avendo possibilità di fare foto ai futuri manifesti che sarebbero stati nei giorni successivi appesi a Roma con le istruzioni per i primi immatricolati, ne presi uno (oggi rimane forse l'unica copia esistente). Il giorno prima dell'immatricolazione decisi di fare un sopralluogo nella sede alla Romanina dove si sarebbero svolte le lezioni e il giorno dopo, il 10 settembre, si sarebbero aperte le iscrizioni. Volevo andare presto per essere sicuro di rientrare nel numero limitato di posti disponibili. Erano 150 posti, perché 150 erano le sedie dell'aula dove avremmo svolto le lezioni. Nessuno lo ha mai voluto chiamare "numero chiuso", non solo perché suonava male, ma proprio perché il concetto non era quello di limitare l'accesso, ma piuttosto quello di permettere a tutti coloro che si iscrivevano una degna sistemazione. Trovai già alcuni ragazzi in fila pronti a fare la nottata per non perdere il proprio turno, e così decisi di rimanere lì anch'io. Era una scommessa ed ero (eravamo) decisi a vincerla. La notte passò insonne, tra una chiacchiera e qualche vano tentativo di appisolarsi. La mattina dopo il primo passo era fatto: matricola 000007. Il giorno successivo eravamo sulle pagine di tutti i quotidiani, con le facce piuttosto assonnate di chi non ha dormito proprio, ma sicuri di avere in tasca il biglietto vincente di una scommessa. Qualche giorno più tardi ricevetti a casa un invito stampato su cartoncino in cui ero invitato per l'11 novembre alla cerimonia inaugurale dell'Anno Accademico a Villa Mondragone. Ogni studente iscritto ricevette quella lettera. Alla cerimonia c'era anche l'allora Presidente della Repubblica Sandro Pertini che volle stringere le mani a tutti noi futuri studenti. Una emozione che difficilmente ognuno di noi dimenticherà. Il 6 dicembre 1982 alle 8.30 iniziarono le lezioni. Una nuova avventura per tutti noi aveva inizio. Le lezioni si tenevano nella (unica) sede di via Orazio Raimondo, nell'edificio ex-motel. Aula 1: Lettere, aula 2: Ingegneria, aula 3: Aula Magna (era un po' più grande delle altre), etc. Una navetta dell'Università faceva la spola tra il capolinea della Metro A e l'edificio sede delle lezioni. Mi piace ricordare di quei primi tempi l'ambiente assolutamente familiare (e spesso anche un po' goliardico), che, almeno in parte, penso si sia mantenuto ancora oggi dopo 35 anni. Nelle pause si giocava a pallone nel parcheggio. Era più grande di ora poiché il GRA non era ancora stato allargato. Ricordo una volta che un tiro maldestro fece cadere il pallone sul carreggiata stradale. Rimanemmo tutti impietriti pensando a cosa sarebbe potuto succedere. Ma il pallone, evidentemente rimbalzando su un'auto in corsa, tornò indietro. Non perdemmo il pallone. Non sentimmo alcuno schianto. L'euforia ci travolse, ma da quel momento giocavamo un po' più accorti. La mensa aprì qualche tempo dopo ed era nel piano interrato dell'edificio. Si pranzava con 300 lire e qualcuno di noi, per quella cifra irrisoria (50 centesimi di oggi) faceva il furbetto e passava più di una volta mettendosi da parte la cena. Esattamente 5 anni fa, per il trentennale, questi avvenimenti sono stati ricordati durante la "Giornata della Trasparenza". Con grande gioia in questa occasione ho avuto l'onore di rispolverare questi ricordi alla presenza del prof. Garaci e del primo Preside di Ingegneria prof. Antonio Paoletti. Nel video seguente il mio intervento (piuttosto commosso).